3B SCIENTIFIC PHYSICS U10350 Manuel D'utilisation page 20

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  • FRANÇAIS, page 13
2. Avvertenze per la sicurezza
• L'interferometro dovrebbe essere utilizzato con un
laser elio-neon della classe 2. Guardare direttamen-
te il fascio del laser può causare una bruciatura
della retina: evitare assolutamente! Le disposizio-
ni di sicurezza allegate al laser devono essere rigo-
rosamente rispettate!
• L'interferometro deve essere collocato su un piano
stabile o un altro luogo adatto, in modo che non
cada ferendo con il suo peso eventuali persone.
• Le manopole di trasporto
l'interferometro, per poterlo afferrare in modo si-
curo sotto la piastra di base.
• La pressione max. ammessa nella cella a vuoto
di a 200 kPas (2 bar), corrispondenti a 100 kPas
(1 bar) di sovrappressione. In caso di danneggia-
mento del vetro della cella, come ad es. graffi o
incrinature, la cella a vuoto deve essere messa im-
mediatamente fuori servizio e fatta riparare. In caso
di esperimenti condotti in presenza di
sovrappressione accertarsi che nella zona di esplo-
sione della cella non siano presenti persone. Se
necessario, utilizzare occhiali protettivi.
3. Introduzione, Dati tecnici
• Nel 1881 A. Michelson (1852-1931) condusse un
esperimento nel quale un fascio luminoso veniva
tagliato in due mediante un separatore di raggi (cfr.
anche fig. 2). I due fasci furono riflessi da specchi e
nuovamente sovrapposti nel separatore di raggi:
in tal modo lunghezze del percorso diverse tra i
due raggi producono interferenza (estinzione o
amplificazione). Dato che anche velocità della luce
diverse nei due fasci parziali determinerebbero
un'interferenza, è stato possibile dimostrare con
la struttura dell'esperimento che non esiste alcun
"etere" e/o "vento di etere", poiché effettivamente
il fascio parziale con il vento alle spalle dovrebbe
essere più veloce del fascio con il vento laterale.
Oltre alla dimostrazione dell'inesistenza dell'ete-
re, un interferometro può essere utilizzato per la
misurazione di lunghezze di onde luminose e/o in
caso di lunghezza d'onda conosciuta per la misu-
razione di percorsi estremamente brevi, aspetto
importante tra l'altro nel controllo della qualità
superficiale dei componenti ottici.
• Questi esperimenti classici e alcuni altri possono
essere eseguiti anche con l'interferometro di preci-
sione. Nello specifico si tratta di:
1. Interferometro di Michelson
2. Interferometro di Fabry-Perot
3. Determinazione dell'indice di rifrazione del vetro*
4. Determinazione dell'indice di rifrazione
dell'aria**
5. Test di Twyman-Green per i componenti ottici
(qualitativo, non quantitativo)*
*
con il kit aggiuntivo (cella a vuoto e lastra di vetro
su supporto girevole)
** con kit aggiuntivo e pompa per vuoto
servono a sollevare
bp
è
6
20
• Le posizioni preimpostate dei componenti permet-
tono una rapida trasformazione per l'esecuzione
di diversi esperimenti.
Descrizione e dati tecnici
• Piastra di base pesante, resistente alla pressione e
di grandi dimensioni per misurazioni precise e
riproducibili: 245 x 330 m x 25 mm, 5,5 kg.
• Componenti ottici di grandi dimensioni per imma-
gini di interferenza chiare e a fuoco: (40 mm Ø e/o
40 x 40 mm).
• Specchio superficiale: trasmittanza 15%, riflessio-
ne 85% con incidenza verticale del fascio.
• Separatore di raggi estremamente piatto: lato an-
teriore 1/10 λ, lato posteriore 1/4 λ. Trasmittanza
50%, riflessione 50% con angolo di incidenza di 45°,
lato posteriore antiriflesso.
• Facile regolazione dello specchio mediante la ri-
duzione dell'eccentrico di circa 1:1000 (una lineet-
ta del micrometro corrisponde a un percorso dello
specchio di circa 10 nm) con una precisione, in-
trinseca alla produzione, di ± 30%. Il rapporto,
misurato dopo la produzione, tra la regolazione del
micrometro e la regolazione dello specchio è indi-
cata sulla targhetta di calibrazione, ad es. con 1
mm
830 nm. Utilizzando questa indicazione la
misurazione della lunghezza d'onda dovrebbe ave-
re una precisione di almeno ± 5% (deviazione di
linearità e altri errori).
• Mediante lo specchio di osservazione riflettente e
regolabile nell'inclinazione gli esperimenti posso-
no essere eseguiti anche in presenza della luce del
giorno (nessuna luce diretta del sole).
4. Avvertenze per l'uso e manutenzione
• Montaggio del laser: innanzitutto montare il la-
ser sul relativo supporto. Essendo tale supporto
concepito per vari tipi di laser, è dotato di tre fori
per viti a testa svasata (M5 o M6), di cui normal-
mente solo uno è necessario. Il foro corretto per il
relativo laser è determinato dal baricentro del la-
ser e dalle sue possibilità di fissaggio. Dopo il mon-
taggio il baricentro del laser dovrebbe trovarsi in-
dicativamente sopra il foro centrale. L'altezza ne-
cessaria del fascio luminoso sul piano di lavoro è
di 60 - 62 mm. Se il range di regolazione delle viti a
testa zigrinata non dovesse essere sufficiente, mon-
tare un anello distanziale opportuno, o un elemen-
to simile, sotto il laser. La lunghezza della vite di
fissaggio deve essere scelta in modo tale che
l'alloggiamento del laser e/o i componenti interni
del laser non vengano distrutti. A tale scopo viene
innanzitutto opportunamente determinata la pro-
fondità max. possibile di avvitatura della vite nel
supporto del laser, quindi viene scelta una vite, la
cui filettatura fuoriesce di circa 2 mm in meno dal
supporto del laser (sono forniti in dotazione una
vite e un dado quadro, adatti alle normali scanala-
ture).

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